Primo anno produzione: 1846
Proprietà: famiglia Stucchi Prinetti
Enologo: Roberto Stucchi Prinetti, Maurizio Castelli
Agronomo: Paolo Parti
Conduzione: Biologico Certificato
Bottiglie prodotte: 230.000
Ettari: 63,00
Indirizzo: dalla A1, uscita di Valdarno, SP408 verso Siena per 16 km, fino al bivio per Badia a Coltibuono.
 
 
Anticamente conosciuta come Badia del Buon Raccolto, la tenuta vanta più di mille anni di storia e oltre 170 vendemmie di successo certificate. Gli Stucchi Prinetti sanno bene di possedere un vero gioiello del Chiantigiano più classico e dimostrano vendemmia dopo vendemmia di saper trattare il prestigioso terroir di Gaiole con la sicurezza dei produttori più navigati. Benché si riaffaccino agli assaggi i rinomati Sangioveto e Montebello, la cui presentazione era stata posticipata di un anno per via del difficile millesimo 2014, la nostra attenzione va tutta sul Chianti Classico “annata”, rosso sempre buonissimo che più di ogni altro nella felice denominazione gode di uno stile inconfondibile capace di convincere anche il degustatore meno avvezzo e distratto. Il resto della campionatura è in stile con il “piccolo gigante” di casa, sempre sugli scudi. Slitta al prossimo anno la presentazione della Riserva Cultus Boni.
Primo anno produzione: 1846
Proprietà: famiglia Stucchi Prinetti
Enologo: Roberto Stucchi Prinetti, Maurizio Castelli
Agronomo: Paolo Parti
Conduzione: Biologico Certificato
Bottiglie prodotte: 230.000
Ettari: 63,00
Indirizzo: dalla A1, uscita di Valdarno, SP408 verso Siena per 16 km, fino al bivio per Badia a Coltibuono.
 
 
Anticamente conosciuta come Badia del Buon Raccolto, la tenuta vanta più di mille anni di storia e oltre 170 vendemmie di successo certificate. Gli Stucchi Prinetti sanno bene di possedere un vero gioiello del Chiantigiano più classico e dimostrano vendemmia dopo vendemmia di saper trattare il prestigioso terroir di Gaiole con la sicurezza dei produttori più navigati. Benché si riaffaccino agli assaggi i rinomati Sangioveto e Montebello, la cui presentazione era stata posticipata di un anno per via del difficile millesimo 2014, la nostra attenzione va tutta sul Chianti Classico “annata”, rosso sempre buonissimo che più di ogni altro nella felice denominazione gode di uno stile inconfondibile capace di convincere anche il degustatore meno avvezzo e distratto. Il resto della campionatura è in stile con il “piccolo gigante” di casa, sempre sugli scudi. Slitta al prossimo anno la presentazione della Riserva Cultus Boni.